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Mal di schiena

Spesso, in presenza di dolori al collo od alla nuca, il colpevole designato, anche in persone relativamente giovani, è l’artrosi cervicale.

Possiamo sempre incolpare l’artrosi?
L’artrosi è una malattia tipica dell’età avanzata, che tende a peggiorare progressivamente: molte persone che ne sono affette possono essere prive di segni o sintomi particolari per un lungo periodo di tempo, fino all’esplodere della sintomatologia.
L’artrosi è una malattia delle articolazioni provocata da un deterioramento progressivo e ingravescente della cartilagine che ricopre le estremità delle ossa, associato alla formazione di “calli ossei” nelle zone di compressione con conseguente limitazione funzionale, infiammazione e dolore: l’alterazione delle rime articolari impedisce i normali movimenti, provocando i tipici sintomi. E’ caratterizzata da rigidità mattutina, dolori nel cominciare a muoversi, dolenzia ingravescente quando l’attività fisica è prolungata; difficoltà ad iniziare il movimento, spesso associato a limitazioni dell’escursione e dell’ampiezza degli spostamenti; dolorabilità spontanea delle articolazioni, gonfiore, rumori e scrosci articolari… In caso di artrosi della colonna cervicale, la formazione di osteofiti a livello delle vertebre può dare origine ad una compressione dei nervi che originano in questa sede, responsabile di un dolore caratteristico che, nella maggior parte dei casi, inizia al collo e successivamente può irradiarsi alla spalla o al braccio (cervico-brachialgia), così come i problemi artrosici a livello lombare, possono causare lombo-sciatalgia.
Al dolore fanno seguito in un secondo tempo disturbi della sensibilità sotto forma di parestesie (alterazione della sensibilità), ipoestesie (riduzione della sensibilità) o, più raramente, anestesia.
Perdurando la compressione radicolare si instaurano disturbi del movimento associati ad una riduzione della massa muscolare e a perdita della forza fino alla paresi dei muscoli innervati dal nervo interessato.
Le problematiche del tratto cervicale, Cervicalgie, sono in grado di dare luogo a numerosissime manifestazioni: limiti di rotazione, di flessione ed estensione, dolori diffusi al collo; cefalee, emicranie, vertigini, nausea, acufeni (fischi o ronzi alle orecchie), disturbi o calo della vista; disorientamento, alterazione della memoria, insonnia o sonnolenza; cervico-brachialgie, parestesie al cuoio capelluto, sindrome del trigemino; diminuzione della forza, disturbi della tiroide, disturbi della fonazione, disturbi neurologici alle gambe, ed altri ancora; se le vertebre causano compressioni midollari, sono in grado di creare manifestazioni fino all’intero tratto lombare e alle gambe.
Ovviamente non tutte le volte che si evidenziano sintomatologie simili, siamo in presenza di artrosi cervicale, ma sicuramente stiamo contribuendo a creare quei fenomeni degenerativi che, probabilmente, ci condurranno a forme artrosiche.

Le forme osteoartritiche o artrosiche possono derivare da molteplici cause, quali l’instabilità articolare, causata da una scorretta coordinazione neuro-muscolare o problemi posturali, che causa un’alterazione del liquido sinoviale, con conseguente danneggiamento delle superfici articolari e potenziali deterioramenti traumatici.
Le cause possono essere estremamente articolate: l’eccesso di peso o eccessivi carichi articolari, come nel caso di sport effettuati senza la necessaria preparazione fisica od in modo smodato, o come conseguenza di lavori usuranti; dieta inadeguata o scarsa attività fisica.
I muscoli si accorciano, come conseguenza di posture scorrette, determinando compressioni sulle articolazioni che gestiscono.
Alcune attività sportive, gli sport violenti, i micro-traumi ripetuti nel lavoro o nello sport, i fattori emotivi (o il freddo e l’umidità) che ci fanno “tirare il collo” dentro le spalle, sono co-fattori importanti nella genesi del processo degenerativo articolare.
A gravare in maniera estremamente importante su questo tratto, è il diaframma, il muscolo della respirazione per eccellenza: lo stress, i problemi, i traumi, si ripercuotono tutti in ultima analisi sulla respirazione; il diaframma, irrigidendosi, nel tempo perde la sua elasticità e funzionalità, e delega così ai muscoli accessori, presenti in gran parte anche nel collo, l’azione respiratoria. Tali muscoli saranno gravati da questo lavoro straordinario con conseguenti problemi a carico del collo, che porteranno fino all’artrosi.


Quando a questo quadro clinico si associa un’anomalia nella chiusura della mandibola durante la masticazione, abbiamo un’occlusione non corretta dei denti, con conseguente compensazione da parte dei muscoli masticatori che si può riflettere sulla zona cervicale e vertebrale.

In altri termini: se la mandibola presenta un disallineamento importante rispetto al cranio è presente una Disfunzione Cranio-Cervico-Candibolare detta anche DCCM.
Come si può intuire dalle potenziali cause, il fenomeno artrosico è un problema complesso in cui molti differenti fattori interagiscono fra loro.
Essendo una patologia degenerativa cronica, la riduzione della tensione muscolare, (principale fattore scatenante il dolore) è sicuramente uno degli strumenti efficaci per ridurre i sintomi e prevenire peggioramenti; la tensione muscolare, associata all’alterazione della reattività e della coordinazione neuromuscolare, favorisce l’insorgenza di fenomeni compressivi che contribuiscono alla reazione degenerativa.
Soltanto modificando la superficie di contatto e la relativa altezza dei denti, è possibile modificare in modo durevole la posizione errata della mandibola, al fine di risolvere la malocclusione dentale e/o la Disfunzione Cranio-Cervico-Mandibolare.
I trattamenti indirizzati solamente alla muscolatura mandibolare, hanno un effetto solo temporaneo!
Per modificare l’altezza e la superficie di contatto dei denti esistono diverse possibilità. È opportuno discuterne con un odontoiatra /gnatologo che conosca la relazione che intercorre tra postura e occlusione dentale. Quello che alla fine conta è il risultato: troppo spesso vediamo persone con mandibola estremamente deviata e completamente maloccluse, convinte di essere a posto, solamente perché portano un bite!
Una Disfunzione Cranio-Cervico-Mandibolare è un problema da non sottovalutare, se vuoi mantenere una buona salute e un corpo efficiente negli anni a venire!

Se pensi di avere un problema di questo genere, rivolgiti al più presto ad un odontoiatra, un osteopata o ad un fisiatra e affronta il problema, non dormirci sopra. Ricorda sempre che i problemi posturali di qualsiasi natura, non vanno mai raggirati, ma vanno sempre affrontati e possibilmente risolti.

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